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Amico Giuseppe: Criminalista esperto in Grafologia Forense ai sensi della legge n. 04/2013.

Iscritto all’AGI (Associazione Grafologica Italiana).

Operiamo in tutta Italia ed in particolare nelle province di: Ferrara, Rovigo, Padova, Ravenna, Bologna, Verona, Trento, Bolzano, Vicenza, Venezia, Treviso, Belluno, Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova, Brescia, Bergamo, Milano

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SCRITTURA E STILOIn molti anni di esperienza nell’ambito della Grafologia peritale giudiziaria, mi sono trovato a dover affrontare i casi più disparati. Verifica di firme sospette di falso, testamenti olografi, lettere anonime, esami documentali sui supporti cartacei, ecc.
Le condizioni ideali per poter svolgere un esame completo e dettagliato sono spesso assenti e il perito grafologo è costretto, suo malgrado, a formulare spesso dei giudizi di probabilità per numerose ragioni che fra poco spiegherò nel dettaglio. A questo proposito, colgo l’occasione per dire che frequentemente, tanti colleghi, pur in presenza di oggettive difficoltà ad eseguire un’analisi peritale approfondita, esprimono pareri di certezza quando non sussistono tutte le condizioni per poterlo fare. La prudenza è assolutamente necessaria in perizia grafologica, perchè pur essendo le varie metodologie d’indagine, fondate su criteri scientifici, non dobbiamo dimenticare che la grafologia non è una scienza esatta come la matematica dove tutti i conti tornano. La grafologia è una scienza sperimentale e come tale può essere soggetta ad errore. Ecco perchè, quando non sussistono tutte le condizioni per poter esprimere pareri tecnici di certezza è necessario concludere il proprio giudizio attributivo nell’ambito delle probabilità.
In un caso abbastanza recente, mi è capitato di essere stato contestato da un mio collega, il quale affermava che il termine probabilità è proprio del metodo statistico e non può essere applicata alla grafologia forense. Purtroppo non sono d’accordo con l’assunto del collega. Il celebre perito calligrafo Bruno Vettorazzo, insigne docente e grafologo di provata esperienza, nelle sue consulenze grafologiche in ambito giudiziario spessissimo si esprimeva in termini di probabilità.
A questo riguardo, per fugare ogni dubbio, avevo chiesto cosa ne pensavano altri miei colleghi della mia associazione di categoria. Alla domanda “in perizia grafica ci si può esprimere in termini di probabilità?”, tutti mi hanno risposto che è assolutamente corretto e che anche il celebre e compianto Bruno Vettorazzo lo faceva.
Al di la di queste considerazioni, che comunque possono essere utili per coloro che si sono avvicinati da poco alla grafologia forense (sto pensando agli studenti delle varie scuole italiane), analizziamo ora il perchè non sempre ci si può esprimere in termini di certezza.
Raramente, come constatava anche Bruno Vettorazzo, si verificano le condizioni necessarie per approfondire nel dettaglio l’analisi grafologica peritale. Infatti per poter condurre un’indagine approfondita sono necessari i seguenti requisiti:
1) Idonee scritture di comparazione per i confronti con le scritture contestate. Questo significa che le scritture devono essere: a) in numero sufficiente, b) coeve alla data di quelle da verificare, c) omogenee, cioè della stessa specie (corsivo con corsivo, stampatello con stampatello, script con script).
2) sufficienti informazioni extragrafiche, che riguardano, nel caso dei testamenti olografi, le l’anamnesi personale e clinica del testatore, le cartelle cliniche del de cuius nei periodi di interesse, i farmaci utilizzati per eventuali patologie.
3) scritture di comparazione, ma soprattutto in verifica originali.
Relativamente a questo ultimo punto entriamo in un’altra questione peritale che va approfondita per non incorrere in equivoci. Spessissimo noi consulenti grafologi, siamo costretti a lavorare non solo con pochissime scritture di confronto tra l’altro anche non coeve e omogenee, ma anche su scritture non originali e di scarsa qualità grafica (magari la fotocopia della fotocopia o peggio ancora la fotocopia di un fax in carta chimica). Non è raro che persino i CTU nominati dal Tribunali debbano condurre le loro indagini su fotocopie. La domanda che ci dobbiamo porre è: “si possono svolgere indagini grafologiche peritali sulle scritture in fotocopia?”. La mia risposta è: SI, ma formulando un parere di probabilità soggetto a riserva.
In conclusione di questo articolo sintetizziamo quando il consulente grafologo può esprimere pareri di certezza e quando di probabilità.
Pareri di certezza tecnica: solo in casi in cui sussistano tutte le condizioni sopra enunciate, ovvero sufficiente campionatura di grafie di raffronto, coevità e omogeneità delle scritture, documentazione in originale, elementi extragrafici sufficienti per integrare le risultanza tecniche che conducono alla certezza con quelle giuridiche.
Pareri di probabilità: in tutti i casi in cui le grafie di confronto e soprattutto quelle in verifica non sono in originale, non sono coeve e omogenee ed in numero sufficiente per un’indagine completa.
Discorso a parte va riservato alle analisi documentali sui supporti cartacei, gli attrezzi scrittori e gli inchiostri. Quando ci si trova ad esaminare fotocopie non è possibile condurre alcun esame strumentale. Questi ultimi vanno esperiti solo sulla documentazione originale, tenendo presente che alcuni di essi possono essere invasivi, cioè distruggere in tutto o in parte il documento da esaminare e quindi non ripetibili. In casi di questo tipo sarebbe opportuno chiedere autorizzazione al Giudice preposto che a sua volta, se lo riterrà opportuno, potrà disporre la verifica delle scritture e dei supporti dando incarico ad un suo CTU di fiducia (consulente tecnico d’ufficio o perito d’ufficio a seconda che si tratti di una causa civile o penale).

Info ed approfondimenti: “Studio Script” – Giuseppe Amico (Criminalista esperto in Grafologia Forense ai sensi della Legge n. 04/2013). Tel. 0532 869696, Cell. 335 6158695 – www.periziacalligrafica.org – www.peritocalligrafico.it – www.peritografologo.webnode.it.

macchina da scrivereAl perito grafologo possono presentarsi anche altri tipi di consulenze grafologiche che possono avere o no attinenza con la materia di specializzazione.

Può essere richiesto di esprimersi ad esempio sulla facoltà di intendere e volere (caso frequente nei testamenti), oppure in merito alla datazione delle scritture o alla sequenza temporale dei tratti grafici. Non sono rari i casi in cui si chiede supporto al perito grafologico anche per la comparazione di scritture vergate a computer o con macchine da scrivere, oppure per l’esame degli inchiostri, delle cancellature, dei supporti e attrezzi scrittori, sulla qualità e i tipi di carte.

Tali esami anche se non fanno parte in senso stretto del bagaglio di studio del grafologo, possono essere svolti in collaborazione con ausiliari come ad esempio gabinetti di polizia scientifica o laboratori specializzati in esami strumentali e chimici sia sui supporti cartacei (esami merceologici) che sugli inchiostri (esami strumentali e chimici). Read More →